Sulle dichiarazioni di Draghi riguardo a psicologi e vaccini

Cari colleghi

le affermazioni fatte da Mario Draghi, secondo le quali alcune categorie sanitarie avrebbero “saltato la fila” per le vaccinazioni e “non si capisce perché uno psicologo di 35 anni si deve vaccinare”, le conosciamo tutti.

Il Premier è stato molto offensivo nei confronti della nostra categoria e ha mostrato grande ignoranza e discriminazione circa la figura dello psicologo nelle sue diverse attività, alcune non meno disagevoli e rischiose di quelle di tante altre categorie professionali.

Non serve peraltro ricordare che le priorità di vaccinazione sono state definite dal Governo stesso senza alcuna consultazione con le categorie professionali interessate. In particolare per il personale della Sanità tale priorità, come ben sappiamo, è stata resa obbligatoria con un successivo Decreto Legge entrato in vigore il 1° aprile 2021.

Siamo indignati e amareggiati per l’ennesima svalutazione indirizzata alla nostra categoria.

Le giuste reazioni infatti non sono mancate e CNOP, FASSID, AUPI e OPL, hanno stigmatizzato in modo netto e fermo la “gaffe” del Presidente.

La comunità degli psicologi in questa circostanza si è davvero unita a difesa della nostra identità professionale e attorno all’indispensabilità delle nostre competenze, a maggior ragione in un momento come questo.

Ringrazio i colleghi che hanno sostenuto in questi giorni, con messaggi di solidarietà e condivisione, le azioni sindacali e ordinistiche intraprese.

E ringrazio i giornalisti, i commentatori televisivi, i politici e le altre OOSS che ci hanno appoggiato e che hanno prontamente reagito ribadendo quanto gli psicologi siano apprezzati nei settori della prevenzione, cura e riabilitazione del sistema sanitario pubblico e privato.

Un caro saluto

Franco Merlini